Protezione_Beni_CulturaliALTILIA – SAEPINUM: SCUDO BLU INTERNAZIONALE dal 2010 (ICBS International Commitee of the Blue Shield), fondato nel 1996, prende il nome dal simbolo specificato nella Convenzione de L’Aja (1954) a protezione dei Beni Culturali, per la difesa dei quali vengono promosse azioni di protezione, prevenzione e sicurezza in tutte le situazioni rischiose, come i conflitti armati e le calamità naturali.

Grazie all’impegno dell’Associazione Turistica Pro Loco di Sepino, unitamente alla redazione di www.sepino.net, sito web ufficiale della pro loco, la zona archeologica di Altilia – Saepinum ha ottenuto il prestigioso riconoscimento a livello nazionale di “Meraviglia italiana”. Il 28 luglio 2011 presso l’Aurum di Pescara, Altilia – Saepinum è stata selezionata da una commissione del Forum Nazionale dei Giovani, che, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ha proposto alla Nazione il concorso “Meraviglia Italiana”. Il sito archeologico, insieme ad altre meraviglie, è pubblicizzato sul sito internet www.meravigliaitaliana.it Non a caso il fine dell’iniziativa, patrocinata dalla Camera dei Deputati, dal Ministro della Gioventù, dal MiBAC e da Esperienza Italia 150°, è dar visibilità alle meraviglie italiane (luoghi, siti, tradizioni) più belle ma meno conosciute della nostra amata Italia.

 

La città romana di Saepinum sorge all’incrocio di due importanti strade: il tratturo Pescasseroli-Candela e la strada che collega il Matese alla costa. L’area occupa una superficie di circa 12 ettari a pianta quadrata, circondata da una cinta muraria reticolata. La cinta muraria fu voluta dall’imperatore Augusto , che diede incarico di costruirla ai due figli adottivi Tiberio e Druso, più per il decoro della città che per impellenti necessità difensive. Lungo la cinta muraria si aprono quattrola citta' dall'alto porte in corrispondenza degli assi stradali principali, il Cardo e il Decumano: Porta Boiano, Porta Tammaro, Porta Benevento, Porta Terravecchia e si ergono 35 torri (delle quali oggi sono visibili solo 27). Le torri sono distanti tra loro circa 100 piedi (30-35 m) ed hanno una disposizione regolare: infatti sono sette nei tratti più brevi e raddoppiano dove raddoppia la cortina e la istanza tra le porte. Il Cardo è la strada principale della città, che unisce Porta Terravecchia a Porta Tammaro, ripercorrendo l’antico percorso che dai monti porta alla fondovalle. Il Decumano è lì’asse viario che unisce porta Boiano e porta Benevento lungo l’antico percorso fratturale. È lastricata con pietre calcaree ed in origine era porticata con un lungo colonnato. Presenta “strisce pedonali” (grosse pietre squadrate per l’attraversamento in caso di pioggia) e ai lati numerose botteghe e fontane.

Porta Boiano: l’unica delle quattro porte quasi interamente ricostruita. Si presenta ad apertura unica con due torri circolari porta boianolaterali. La chiave di volta riporta un personaggio barbuto, probabilmente Ercole. In alto è presente un’iscrizione che ricorda Druso e Tiberio, quali finanziatori della costruzione della cinta stessa. Ai lai di questa iscrizione trovano posto due statue di prigionieri germanici, seminudi e in catene quale testimonianza delle vittorie in Gallia e come monito agli eventuali nemici della città. L’ingresso era protetto da una saracinesca che veniva azionata dalla camera di manovra in cima alla porta a cui si accedeva da una scala laterale. All’interno vi è un cortile di sicurezza chiuso verso la città da un portone ligneo. Nell’atrio venivano effettuati i controlli sui visitatori, che dovevano pagare una tassa sul bestiame.Porta Tammaro è la porta posta sul cardo in direzione del fiume (Tammaro appunto) che scorre nella vallata sottostante. Sulla porta sono state costruite due costruzioni rurali recenti. La struttura antica ricalca quella delle altre porte. Porta Benevento è posta lungo il decumano in direzione di Benevento. La struttura rispecchia quella delle altre: un unico fornice (apertura), le due torri laterali, la corte di sicurezza interna e la controporta a doppio battente. La chiave di porta presenta l’effige di Marte. Porta Terravecchia è posta sul cardo i direzione dell’omonima località sannita. Sono ancora visibili parte dell’infradosso dell’arco, le cornici modanate e e basi che sorreggevano le statue. L’antico piano di calpestio era più basso di quello attuale.

la basilicaBasilica: risale alla fine del primo secolo a. C. ed ha una pianta rettangolare con tre ingressi: uno principale e due laterali. Era un edificio pubblico polifunzionale, collocato all’incrocio tra il Cardo e il Decumano.

Al suo interno si ammirano venti colonne con basi e capitelli in stile ionico. Si differenzia la quarta colonna da sinistra che presenta il capitello decorato con un quadrifoglio. Intorno al IV-V secolo la basilica venne restaurata e adibita a culto cristiano. Macellum: risalente al primo secolo d.C era il centro commerciale destinato alla vendita di generi alimentari. Sorge accanto alla basilica. Un breve corridoio immette nell’atrio esagonale in cui si aprono le botteghe.

edificio di culto

Edificio di culto: è un edificio a pianta quadrata, che presenta un locale antistante (pronao), un portale monumentale e il podio con un bancone addossato al muro di fondo dove venivano posti gli idoli pagani.

Edificio termale: sulla destra del decumano vicino alla cinta muraria sorge il complesso termale, costituito da una serie di vasche in successione per bagni in acque di temperature diverse (frigidarium, tiepidarium e calidarium). Presenta, inoltre, un impianto di riscaldamento costituito da un pavimento che poggia che poggia su una serie di colonnine (suspensurae) e da mattoni forati per il passaggio dell’aria calda.

Quartiere abitativo: lungo il Decumano sorgono numerosi negozi e botteghe sul retro dei quali i trovano le abitazioni, con atri impluvi e cubicula.

Postierla del teatro: oltre alle quattro porte, è l’unica apertura della città. Presenta i pilastri di forma quadrata ed era chiusa da un portale in legno; sopra di essa era posto un tempietto. Serviva da uscita di sicurezza durante gli spettacoli teatrali.
il teatro

Teatro: si trova a ridosso della cinta muraria ed è circondato da case settecentesche. Diversi erano gli accessi: due tetraplii ai lati terminali del semicerchio, che servivano per le persone di rango e le vomitorie, ricavate nelle gradinate che servivano per la plebe. La struttura era costituita da due parti: l’edificio scenico e la cavea. Del frontescena oggi rimangono le tre porte di accesso al palco, due delle quali fanno parte di un casolare che ha preso il posto di gran parte dell’edificio scenico. Fra questo e le gradinate trovava posto l’orchestra, lo spazio per i musicisti (oppure per i gladiatori). La cavea era divisa in tre settori: l’ima cavea per i più abbienti, la media cavea e la summa cavea per i ceti più poveri, oggi scomparsa. La capienza del teatro è stimata in circa tremila posti a sedere.

le muraComitium e curia: sono i primi due vani a sinistra del Decumano provenendo dalla Basilica. Il primo è il Comitium, la sala delle assemblee popolari, mentre il secondo è la Curia sede del corpo dei Decurioni.

Tempio di Giove: occupa una posizione centrale rispetto al foro. È costituito da due parti: un supporto alla rampa di scalinate (di cui restano solo tre gradini) e il podio. Sul primo gradino trovano posto tre cippi funerari uno dei quali dedicato a Costantino.

Tempio di Costantino: posto accanto al precedente, il tempio fu costruito nel 4 secolo e dedicato al culto dell’imperatore Costantino, come dimostra il ritrovamento di un busto che ritrae sua madre Elena.

Terme pubbliche del foro: è un edificio posto di fronte al foro, solo parzialmente riportato alla luce. All’interno del porticus (un portico colonnato) si trovano un’esedra semicircolare e una serie di accessi ai bagni.
il foro

Foro: la piazza è collocata nel cuore della città ed è lastricata da grosse pietre rettangolari, alcune delle quali sono state sterrate per costruire delle case coloniche. Su due lati è visibile il canale di scolo per l’acqua piovana (euripus) e sul fondo i basamenti di alcune statue.

Fontana del Grifo: (2 a.C- 4 d.C.) la fontana si trova lungo il Decumano. Deve il suo nome all’animale mitologico scolpito sul prospetto: un felino alato con becco d’aquila. Al centro del rilievo un foro per la fuoriuscita dell’acqua e più in alto la dedica a Caio Ennio Marso e suo figlio che finanziarono l’opera. La fontana è stata dichiarata monumento nazionale.

Casa dell’impluvium Sannitico: è una delle case imperiali presenti a Sepino. Al centro dell’atrium, posto dietro due taberne, si trova una vasca usata per raccogliere le acque piovane. La vasca è sovrapposta ad una di dimensioni minori, in terracotta con mattonelle romboidali ed iscrizioni in lingua osca.

Sedi di corporazioni: sul lato più corto del foro, un gruppo di ambienti in sequenza ospitava le corporazioni municipali. Presentavano una pavimentazione a mosaico.

Mulino ad acqua: Adiacente alla casa dell’impluvium sannitico, si trova un mulino ad acqua che presenta sul davanti una grossa fossa rettangolare dove era posta una ruota che azionava una macina di frantoio posta nell’incavo posteriore a pianta quadrata. Orci coccio pisto: accanto al mulino si trovano quattro vasi interrati, collegati tra loro da una cabaletta, che servivano per conservare l’olio.

Mausoleo di Numisio Ligure: risalente alla prima metà del 1 secolo d. C., è il monumento funerario della famiglia di Publius Numisius Ligus, un importante magistrato della città. È posto immediatamente fuori le mura della città. L’edificio, interamente ricostruito, è a forma di ara su una base quadrata e modanata. Il tetto presenta una cornice sporgente e agli angoli quattro acroteri decorati con motivi vegetali. Sul prospetto un’iscrizione riporta la carriera del magistrato e l’episodio della prematura morte del figlio, in occasione della quale venne retto il monumento.

Mausoleo di Caio Ennio Marso: costruito nell’età augustea, l’edificio è posto lungo il tratturo, fuori dalle mura della città. È una torre cilindrica su base quadrata dedicata ad un potente magistrato sepinate. Agli angoli anteriori presenta due leoni in atto di schiacciare la testa a guerrieri nemici. Inoltre presenta un’iscrizione che descrive la carriera del magistrato, la sella curilis (il seggio destinato al magistrato), la cista (un recipente per contenere documenti) e un fascio littorio simbolo del potere magistraturale.

Musei: Nel sito archeologico della città di Altilia all’interno di edifici rurali di epoca settecentesca sono allestiti musei in cui sono esposti reperti ritrovati durante gli scavi di Altilia e S. Pietro.

porta boiano 2